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martedì 12 novembre 2013

I porti galleggianti prima o poi.....affondano.

PUNTATA UNICA





"Qualcosa non mi convince. Il nuovo porto è stato distrutto dal maltempo ma il vecchio porto è rimasto intatto. Le barche lì sono rimaste tranquille e al sicuro. Nessun danno. Eppure sono entrambi porti per mettere le imbarcazioni al riparo.....mah.....e allora come mai? E se un porto non è sicuro ma allora che razza di porto è...vivaddio! No. Cioè sì. C’è qualcosa che non mi convince."


 

 

Zorro, se tu non ci fossi bisognerebbe inventarti!
Si perchè nel pandemonio che sulla incresciosa faccenda si sta scatenando sei l’unico che mette il dito sulla vera piaga.
C’è qualcuno che cerca di accreditare l’idea che il disastro, davvero impressionante, sia da attribuire a eccezionali, inusitate, devastanti, anomale, terribili condizioni metereologiche. Si tira in ballo addirittura il tornado dello scorso anno. Altri fanno rilevare la scarsa manutenzione da imputare alla Amministrazione Comunale di novello colore politico insediatasi a Palazzo dopo le ultime elezioni locali. Cortine fumogene. Tentativi maldestri di confondere le idee. Mezze verità adoperate per ingarbugliare le matasse.
La verità è un’altra e può essere riassunta in due semplicissimi concetti. Concetti che il nostro romantico eroe mette ben inevidenza con le sue giuste perplessità. E che non sfuggono a qualsiasi pescatore, o a qualsiasi marinaio, sia pure d’acqua dolce. E, per estensione, a qualsiasi comune cittadino dotato di un minimo di buon senso.

PRIMO CONCETTO

Dove
si realizza, o non si realizza, un porto degno di questo nome. Ovvero le caratteristiche che deve presentare un luogo per procedere alla realizzazione di un porto.

I porti, da che mondo è mondo, si realizzano in posti il più possibile --riparati--protetti-- ridossati-- al vento e sopprattutto al moto ondoso da esso generato.
Nel nostro caso il nuovo porto turistico di Verbania è stato realizzato in un luogo che sembra fatto apposta per non presentare le caratteristiche di cui sopra. Apertissimo. Battuto dal "Maggiore", forte vento da Nord che prende di infilata tutto il lago quando il brutto tempo se ne va e che può arrivare alla bellezza di 30-35 nodi (circa 60 Km/h), ma soprattutto battutissimo dal cosiddetto "Marenco", fortissimo vento da est che, anche se in genere di breve durata, può arrivare a intensità superiori al "Maggiore". Per noi verbanesi est è in direzione di Laveno. Esattamente di fronte a Villa Taranto. Ed è precisamente quello che è successo nella fatidica notte in questione. Poche ore di una normalissima sventolata di "Marenco" sono bastate a mandare a fondo gran parte del porto turistico e con lui un gran numero di barche ormeggiate ai pontili gallegianti. Quelle non affondate sono state accatastate in un impressionante groviglio di rottami all’angolo sud-ovest sotto il ristorante-bar.
Posto decisamente inadatto alla realizzazione di un porto. Prima e principale ragione del disastro.

SECONDO CONCETTO

Come
si realizza, o non si realizza, un porto degno di questo nome. Ovvero i criteri tecnico-strutturali che devono essere seguiti nella realizzazione di un porto.

Da che mondo è mondo, dopo aver individuato un luogo naturalmente protetto e riparato, la prima cosa che si fa, o si dovrebbe fare, per realizzaere un vero porto è la costruzione di un solido, robusto, granitico molo foraneo. Termine tecnico che sta ad indicare l’enorme e possente muraglione che chiudendo una insenatura naturalmente ben ridossata la rende inattaccabile dal moto ondoso. Proteggendo così tutta l’area interna al porto medesimo dove l’acqua è liscia come l’olio anche durante le più violente burrasche.
Da che mondo è mondo. Ma, come sappiamo, viviamo nell’era post-postmoderna. Nella quale, per quanto riguarda la tecnica di realizzazione dei porti, è stato inventato un sistema rapido, leggero. relativamente poco costoso, insicuro. Quello dei pontili galleggianti. In quattro e quattrotto un "porto" anche dalle considerevoli dimensioni è operativo. Per la gioia di Amministratori, Enti finanziatori, Gestori, Attività varie indotte e infine proprietari di barche o armatori. Fin quando regge. Il porto galleggiante. Da noi è bastata la normale sventolata di "Marenco". A Cannobio, qualche anno fa, non c’è nemmeno stato bisogno del maltempo. Alcuni cassoni difettosi, che avrebbero dovuto galleggiare, si sono riempiti d’acqua e sono affondati in una tranquilla notte d’estate tirandosi dietro tutto il resto.

I due fattori, dove e come, combinandosi "perversamente" tra loro hanno determinato il disastro. Assolutamente prevedibile. Se mai la cosa che desta meraviglia è il fatto che un "porto" costruito in quel posto ed in quel modo non si sia sfasciato ben prima.

Poi evidentemente ci sono altri fattori che hanno concorso. Ma semplicemente concorso. Dalla scarsa o nulla manutenzione, alla violentissima botta di pochi minuti del tornado agostano. comunque non disastrosa per una struttura molto bassa e ridossata a sud-ovest, al basso livello del lago e altro.
Come giustamente dice il nostro romantico eroe nel vecchio porto è successo assolutamente nulla. Fate un giro lungo le meravigliose rive del nostro Lago Maggiore. Osservate con attenzione i porti, piccoli e meno piccoli, realizzati in era pre-postmoderna, quando le cose si facevano a "regola d’arte", analizzatene la posizione altamente strategica rispetto ai venti dominanti e pericolosi. Poi osservate i muraglioni che li cingono in un ferreo e protettivo abbraccio e capirete che il nostro romantico eroe, vale a dire l’impagabile Zorro, ha perfettamente ragione. E noi con lui.
I labili pontili galleggianti, sebbene brutti e pochissimo "marini", possono anche essere adoperati. Ma solo ed esclusivamente all’interno di un porto degno di questo nome (vedi vecchio porto di Intra). Non potranno mai e poi mai difendere efficacemente le imbarcazioni dalle burrasche. Sia pure lacustri.
 
 
 
Apprendiamo un attimo prima della pubblicazione che l’Assessore Regionale Aldo Reschigna propone di dirottare i cospicui finanziamenti regionali per le piste ciclabili nel Comune di Verbania verso la realizzazione di un nuovo porto turistico. Ci sembra di capire che dovrebbe essere realizzato nello stesso posto(!!??). Ci piacerebbe sapere se con la medesima tecnica costruttiva. Attendiamo precisazioni. Grazie.

La cosa da una parte ci trova, evidentemente, in assoluto disaccordo. Per una infinità di motivi oltre a quelli qui esposti. Dall’altra ci stimola alquanto. Il tema dell’uso di fondi pubblici per la realizzazione di opere pubbliche e del perchè nove volte su dieci vengano seguite con pervicacia logiche illogiche verrà trattato, grazie anche allo scritto inviatoci da un nostro ammiratore, in una prossima serie a puntate dal titolo "Soldi da spendere".


Se vuoi comunicare con noi l'indirizzo è  pensieridizorro@gmail.com

1 commento:

  1. Finalmente qualcuno che le scanta chiare, nette e precise. Ne abbiamo un enorme bisogno. Avanti cosi! Grazie e complimenti. D'ora in avanti vi seguirò assiduamente.

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